lentamente
il ritmo dei pedali
diventa quello della bracciata
momentaneamente
venerdì 30 novembre 2007
lunedì 5 novembre 2007
giovedì 11 ottobre 2007
mercoledì 10 ottobre 2007
martedì 9 ottobre 2007
venerdì 21 settembre 2007
è difficile dire cosa fare dopo una caduta, sempre. perché chi dice che per non aver paura bisogna rimontare subito in sella forse non sa il male le ferite le fitte lo stordimento la fatica la pena il digrignare il sangue a volte che tutto non si può semplicemente lavare via con un paio di pedalate.
sì, lo ammetto: non tutto si può lavare via con un paio di pedalate.
allora dopo essere stato fermo come si fa a ripartire? non è facile se alla prima salita tornano fuori dolori & nervi che cedono & ossa che scricchiolano; se alla prima discesa di nuovo, maledettamente, non si riesce a piegare la bicicletta perché le braccia si irrigidiscono & la gola si strozza; se le dita si rattrappiscono & il polso sembra spezzarsi dal dolore attorno alla leva del cambio & i rapporti non si riescono a cambiare.
come si fa? pian piano, in pianura, facile, su brevi distanze, senza piangere la propria umiltà, fidandosi di un ragionato percorso di recupero. forse.
ma vien voglia di affermare che sia giusto spingersi oltre, provare fin dove il dolore ci può portare, andare là & adattarsi con il corpo i gesti i pensieri a minimizzare a sopportare a nobilitare.
non so. ma soprattutto, non so applicare.
(come sempre) lascierò alla bicicletta.
sì, lo ammetto: non tutto si può lavare via con un paio di pedalate.
allora dopo essere stato fermo come si fa a ripartire? non è facile se alla prima salita tornano fuori dolori & nervi che cedono & ossa che scricchiolano; se alla prima discesa di nuovo, maledettamente, non si riesce a piegare la bicicletta perché le braccia si irrigidiscono & la gola si strozza; se le dita si rattrappiscono & il polso sembra spezzarsi dal dolore attorno alla leva del cambio & i rapporti non si riescono a cambiare.
come si fa? pian piano, in pianura, facile, su brevi distanze, senza piangere la propria umiltà, fidandosi di un ragionato percorso di recupero. forse.
ma vien voglia di affermare che sia giusto spingersi oltre, provare fin dove il dolore ci può portare, andare là & adattarsi con il corpo i gesti i pensieri a minimizzare a sopportare a nobilitare.
non so. ma soprattutto, non so applicare.
(come sempre) lascierò alla bicicletta.
giovedì 20 settembre 2007
martedì 4 settembre 2007
venerdì 31 agosto 2007
martedì 28 agosto 2007
lunedì 27 agosto 2007
è semplice & bello;
& vorrei lo fosse anche nel dirlo.
riconosco la stagione & i luoghi
attraversandoli in bicicletta
dall'odore di terra bagnata mista a foglie già secche
dal rumore & dalla follia delle cavallette che invadono la strada & poi saltano tra i raggi
dal riflesso del sole quando con lo sguardo oscillo tra il pignone l'asfalto & la vetta
& vorrei lo fosse anche nel dirlo.
riconosco la stagione & i luoghi
attraversandoli in bicicletta
dall'odore di terra bagnata mista a foglie già secche
dal rumore & dalla follia delle cavallette che invadono la strada & poi saltano tra i raggi
dal riflesso del sole quando con lo sguardo oscillo tra il pignone l'asfalto & la vetta
domenica 26 agosto 2007
sabato 25 agosto 2007
giovedì 23 agosto 2007
tre salite tre, una di fila all'altra, allegre, nonostante il cielo grigio uniforme come un coperchio, tre salite inventate, conosciute da sempre, che serpeggiano in verticale come in orizzontale, ripetute così tante volte, forse mai in fila, levizzão villablancha campillo, così semplicemente senza spingere più del piacevole, scivolando strada & pensieri, mescolando gocce pioggia muscoli vento preoccupazioni spensieratezza sensazioni che fluiscono, profilo davvero percorso come sul filo di un'altimetria disegnata. & due regali immensi: il sole che taglia le nuvole che da grigie diventamo d'oro al bordo come le pietre & l'erba inondate, & un arcobaleno tutto immenso come il cerchio del cielo, dal mio sragionare al divino. una pedalata dopo l'altra.
lunedì 6 agosto 2007
domenica 29 luglio 2007
vigilia. come tale. sempre agitazione nel cuore (nella parte più in basso del cuore, quella fatta a conca). poi si va, poi si scopre, poi si cresce, poi ci si illude, poi ci si disorienta, poi ci si sbaglia, poi si respira, un po' più lentamente, poi si è sempre.
non si può mai essere pronti; non si è mai impreparati.
non si può mai essere pronti; non si è mai impreparati.
giovedì 26 luglio 2007
mercoledì 11 luglio 2007
martedì 10 luglio 2007
lunedì 9 luglio 2007
venerdì 6 luglio 2007
lunedì 2 luglio 2007
mercoledì 27 giugno 2007
ma i punti di riferimento servono?
i test, i parametri? la pietra di paragone & quella dello scandalo? la goccia che fa traboccare il vaso?
ma esistono?
oggi, giro classico:
tim 57'26''
dst 28,27km
ave 29,5km/h
max
stw 14'00''04/10 su 4,4km
stw 33'58'' su 13,3km
zone 34'53''
ave 154 b/m
sono in forma.
mens insana in corpore sano.
i test, i parametri? la pietra di paragone & quella dello scandalo? la goccia che fa traboccare il vaso?
ma esistono?
oggi, giro classico:
tim 57'26''
dst 28,27km
ave 29,5km/h
max
stw 14'00''04/10 su 4,4km
stw 33'58'' su 13,3km
zone 34'53''
ave 154 b/m
sono in forma.
mens insana in corpore sano.
cosa ho sbagliato?
sono partito troppo forte? o ho sottovalutato la fame? non ho bevuto abbastanza?
i sali, che tutta la mia forza se n'è andata goccia dopo goccia... ma invece la mia forza è ancora lì, solo inefficace inefficiente. infiacchita.
cosa ho sbagliato? perché non vado più?
spingo con le gambe, ma sento solo caldo fatica dolore, senza andare da nessuna parte. disorientamento.
& me ne sono accorto troppo tardi. forse potevo fare qualcosa. ma adesso.
adesso non so se ce la farò. se mettere un piede a terra. se cercare un ombra. se fare un pezzo a piedi. se fermare qualcuno...
...ma c'è qualcuno? tutta questa gente attorno...
mi sento tirato in basso. finito. stordito. pedalate a vuoto. come retrocedere.
vuoto. stramazzo? barcollo?
...non ancora... non ora...
a meno che io non sia già svenuto.
sono partito troppo forte? o ho sottovalutato la fame? non ho bevuto abbastanza?
i sali, che tutta la mia forza se n'è andata goccia dopo goccia... ma invece la mia forza è ancora lì, solo inefficace inefficiente. infiacchita.
cosa ho sbagliato? perché non vado più?
spingo con le gambe, ma sento solo caldo fatica dolore, senza andare da nessuna parte. disorientamento.
& me ne sono accorto troppo tardi. forse potevo fare qualcosa. ma adesso.
adesso non so se ce la farò. se mettere un piede a terra. se cercare un ombra. se fare un pezzo a piedi. se fermare qualcuno...
...ma c'è qualcuno? tutta questa gente attorno...
mi sento tirato in basso. finito. stordito. pedalate a vuoto. come retrocedere.
vuoto. stramazzo? barcollo?
...non ancora... non ora...
a meno che io non sia già svenuto.
lunedì 25 giugno 2007
ritornare andare
percorrere passare
vedere provare
conoscere con le gambe che sentono ogni cambio di pendenza
scivolare & spingere su tutta la via emilia
partendo all'alba anzi all'aurora
scrutando i primi raggi di sole dietro le nuvole
rabbrividendo immersi nel verde umido della campagna
socchiudere gli occhi nel tepore dei paesi
attraversare ricordare
ogni paese ogni campagna ogni città
fatti di portici & pietre
fatte di distese fino all'orizzonte
fatte di mura & porte & torri
& lastricati che susseguono l'asfalto & ciotoli sui polsi
vibrazioni che salgono senza soluzione dal pneumatico
attraverso il ferro fino alla spina fino ai pensieri
tempo che mangia la strada
pedali che scandiscono il ritmo del cuore
visioni che fanno l'impresa & la conoscenza
si imparano così tante cose che è difficile contenerle
ci si fa così una pelle sola che è difficile staccarsi
perché poi cambiano gli odori &
il freddo l'erba la polvere i muri l'asfalto diventano mare.
percorrere passare
vedere provare
conoscere con le gambe che sentono ogni cambio di pendenza
scivolare & spingere su tutta la via emilia
partendo all'alba anzi all'aurora
scrutando i primi raggi di sole dietro le nuvole
rabbrividendo immersi nel verde umido della campagna
socchiudere gli occhi nel tepore dei paesi
attraversare ricordare
ogni paese ogni campagna ogni città
fatti di portici & pietre
fatte di distese fino all'orizzonte
fatte di mura & porte & torri
& lastricati che susseguono l'asfalto & ciotoli sui polsi
vibrazioni che salgono senza soluzione dal pneumatico
attraverso il ferro fino alla spina fino ai pensieri
tempo che mangia la strada
pedali che scandiscono il ritmo del cuore
visioni che fanno l'impresa & la conoscenza
si imparano così tante cose che è difficile contenerle
ci si fa così una pelle sola che è difficile staccarsi
perché poi cambiano gli odori &
il freddo l'erba la polvere i muri l'asfalto diventano mare.
lunedì 18 giugno 2007
venerdì 15 giugno 2007
pedalo. & sento il cuore che sta bene. ma le gambe, chissà perché, non girano un gran ché. allora provo a credere di poter fare un po' di velocità. mhm... forse posso fare un po' di agilità... uff: mi sono salvato da uno che rinveniva da dietro giusto all'ultimo metro prima di scollinare puianello.
va bene, per oggi mi basta la discesa.
va bene, per oggi mi basta la discesa.
domenica 10 giugno 2007
giovedì 7 giugno 2007
mercoledì 6 giugno 2007
giovedì 31 maggio 2007
giovedì 24 maggio 2007
io al giro d'italia in bicicletta non c'ero mai stato. & dire che di cose in bicicletta ne ho fatte,
di strada passata, di salite amate, di discese scivolate. ma al giro d'italia in bici mai. & dire che ci sono andato tante volte, alle tappe, in tanti modi. sono stato in macchina all'alba, prima che arrivassero gli operai, sul rettilineo d'arrivo, sulla linea d'arrivo, sul circuito d'arrivo, a sassuolo di una tappa tutta pianeggiante da cesenatico, prima volta direi; sono stato nella nebbia di una salita impossibile a san pellegrino, con sveglia nella notte, attesa, sorpresa, guardrail sotto la pioggia & il sole, con un paio di curve sotto, con mio fratello; sono stato in una casa a barigazzo a dormire & a giocare la sera prima & poi svegliarsi con lo schiamazzo della carovana che passa & la vedi arrivare dietro l'angolo del crinale; sono stato a canazei, accampato a 14km dall'arrivo per vedere il mito del pordoi, aggrappato con un salame sotto ad un guardrail per avere chilometri di serpentina sotto; sono stato al santa barbara, cercando il tratto più duro, gioendo per la bellezza del tifo & al rombo dell'elicottero della tv; sono stato a passo coe dopo una notte di freddo & rumori & interrogativi poi il giorno che brucia seduti sull'erba pini alle spalle sassaie di fronte con un foglio rosa in mano a chiamare; sono stato a piedi per un'assurda chiusura di strada a corno alle scale in mezzo alla neve, con una bandiera della pace & la pasta scotta; sono stato al tour, ma è un altro discorso; ma al giro in bicicletta non c'ero mai stato. così l'ho fatto, grazie a moreno. così l'ho fatto a sestola, salita dopo salita, c'è la discesa, ci sono le crescentine giganti, la fontana la solita di tutti i giri a sestola, il gelato a montecreto, la salita tra montecreto & sestola che si fa comunque fatica, le roccette al valico, il traguardo del gpm, il castello in alto, sempre il sole, respiro di strade nuove acquaria, foto sbagliate. gli occhi spalancati sulla carovana del giro che si ferma, che esplode. gli occhi spalancati sui ciclisti in corsa folle in una tappa che doveva essere pianeggiante & invece. & invece.
bhe, io al giro in bicicletta ci sono stato.
poi non rimane che trovare tutte le forze per fare del viaggio di ritorno un viaggio.
di strada passata, di salite amate, di discese scivolate. ma al giro d'italia in bici mai. & dire che ci sono andato tante volte, alle tappe, in tanti modi. sono stato in macchina all'alba, prima che arrivassero gli operai, sul rettilineo d'arrivo, sulla linea d'arrivo, sul circuito d'arrivo, a sassuolo di una tappa tutta pianeggiante da cesenatico, prima volta direi; sono stato nella nebbia di una salita impossibile a san pellegrino, con sveglia nella notte, attesa, sorpresa, guardrail sotto la pioggia & il sole, con un paio di curve sotto, con mio fratello; sono stato in una casa a barigazzo a dormire & a giocare la sera prima & poi svegliarsi con lo schiamazzo della carovana che passa & la vedi arrivare dietro l'angolo del crinale; sono stato a canazei, accampato a 14km dall'arrivo per vedere il mito del pordoi, aggrappato con un salame sotto ad un guardrail per avere chilometri di serpentina sotto; sono stato al santa barbara, cercando il tratto più duro, gioendo per la bellezza del tifo & al rombo dell'elicottero della tv; sono stato a passo coe dopo una notte di freddo & rumori & interrogativi poi il giorno che brucia seduti sull'erba pini alle spalle sassaie di fronte con un foglio rosa in mano a chiamare; sono stato a piedi per un'assurda chiusura di strada a corno alle scale in mezzo alla neve, con una bandiera della pace & la pasta scotta; sono stato al tour, ma è un altro discorso; ma al giro in bicicletta non c'ero mai stato. così l'ho fatto, grazie a moreno. così l'ho fatto a sestola, salita dopo salita, c'è la discesa, ci sono le crescentine giganti, la fontana la solita di tutti i giri a sestola, il gelato a montecreto, la salita tra montecreto & sestola che si fa comunque fatica, le roccette al valico, il traguardo del gpm, il castello in alto, sempre il sole, respiro di strade nuove acquaria, foto sbagliate. gli occhi spalancati sulla carovana del giro che si ferma, che esplode. gli occhi spalancati sui ciclisti in corsa folle in una tappa che doveva essere pianeggiante & invece. & invece.
bhe, io al giro in bicicletta ci sono stato.
poi non rimane che trovare tutte le forze per fare del viaggio di ritorno un viaggio.
mercoledì 23 maggio 2007
dove vorrei incontrarti?
in biblioteca a castelnuovo (rumori dabbasso, pomeriggio che avanza).
o in bicicletta sul tiepido (scanzonato, ogni volta, anche se pensoso).
dove sono cresciuto.
& non dovere aprire gli occhi per sapere che ci sei sempre stata.
dove vorrei baciarti?
a puianello (arrivando in bici da torre, tu in bici lì per caso o per volere, rallentare, frenare, sganciare il piede, & baciarti. sale. prelibato.)
in biblioteca a castelnuovo (rumori dabbasso, pomeriggio che avanza).
o in bicicletta sul tiepido (scanzonato, ogni volta, anche se pensoso).
dove sono cresciuto.
& non dovere aprire gli occhi per sapere che ci sei sempre stata.
dove vorrei baciarti?
a puianello (arrivando in bici da torre, tu in bici lì per caso o per volere, rallentare, frenare, sganciare il piede, & baciarti. sale. prelibato.)
martedì 22 maggio 2007
veloce
dicevano che andavo veloce come il vento
veloce come una sc dicevano che andavo hioppettata
veloce come una dicevano che andavo sfrombola
veloce come un pugno
veloc dicevano che andavo e come un fischio
veloce come la calunnia
veloce come una m dicevano che andavo oto
veloce come il treno
veloce come un razzo
veloce come il fulmine
veloce come la saetta
ve dicevano che andavo loce come una chiacchiera
veloce come la lingua
veloce come il suono
veloce come l'aria
veloce come la luce
veloce come un matto
veloce come il diavol dicevano che andavo o.
(1 . 1,6180339887 . 2,6180339885 . 4,2360679771 . 6,8541019654 . 11,090169942 . 17,944271906)
dicevano che andavo veloce come il vento
veloce come una sc dicevano che andavo hioppettata
veloce come una dicevano che andavo sfrombola
veloce come un pugno
veloc dicevano che andavo e come un fischio
veloce come la calunnia
veloce come una m dicevano che andavo oto
veloce come il treno
veloce come un razzo
veloce come il fulmine
veloce come la saetta
ve dicevano che andavo loce come una chiacchiera
veloce come la lingua
veloce come il suono
veloce come l'aria
veloce come la luce
veloce come un matto
veloce come il diavol dicevano che andavo o.
(1 . 1,6180339887 . 2,6180339885 . 4,2360679771 . 6,8541019654 . 11,090169942 . 17,944271906)
lunedì 21 maggio 2007
mercoledì 16 maggio 2007
la vita è fatta di sensazioni.
di premonizioni, di consapevolezze. (che si costruiscono pianopiano).
in un giorno ormai quasi sera, grigio col cielo denso, col vento che gratta soffia graffia, non si può che prendere la bici & andare.
così, come serenità che taglia le avversità, come se le preoccupazioni fossero davvero solo tempo.
puianello. & piove, lì proprio sul tratto più duro. & tutto diventa facile in mezzo alla temperatura che scende, all'umido caldo nebbia che sale dall'asfalto, ai capelli che si bagnano alla pelle che si bagna alle gambe che si bagnano. ai pensieri che si sciolgono come un urlo.
& poi a cornice del grigio c'è l'arcobaleno, ma solo un tratto, un ciuffo o un sopracciglio spaiato.
alla fine sprigionerà anche la luce. sopra & sotto le ruote.
non è il sole che ti fa sentire vivo, ma è la pioggia.
di premonizioni, di consapevolezze. (che si costruiscono pianopiano).
in un giorno ormai quasi sera, grigio col cielo denso, col vento che gratta soffia graffia, non si può che prendere la bici & andare.
così, come serenità che taglia le avversità, come se le preoccupazioni fossero davvero solo tempo.
puianello. & piove, lì proprio sul tratto più duro. & tutto diventa facile in mezzo alla temperatura che scende, all'umido caldo nebbia che sale dall'asfalto, ai capelli che si bagnano alla pelle che si bagna alle gambe che si bagnano. ai pensieri che si sciolgono come un urlo.
& poi a cornice del grigio c'è l'arcobaleno, ma solo un tratto, un ciuffo o un sopracciglio spaiato.
alla fine sprigionerà anche la luce. sopra & sotto le ruote.
non è il sole che ti fa sentire vivo, ma è la pioggia.
martedì 15 maggio 2007
hai incontrato dio?
gombola è come una droga.
che è poi come a dire: è come una donna.
lo sai che ti fa male.
l'hai provato, lo sai. & proprio per quello si è ficcata lì, dietro alla nuca, proprio dove nascono i pensieri, in cima al collo, dove se lo tocchi ti dà i brividi. è lì, un grumo, sopito, un calore, una consapevolezza, un prurito, una sfida. un amore, che si può provare a dimenticare, a sradicare, a farsene una ragione, a credere che sia solo passato; & invece proprio per niente.
basta un odore, un riflesso tra l'ombra sull'asfalto delle foglie, il bruciare del sole sulla pelle, il gusto del sale tra gli occhi & le labbra, la stretta delle mani in discesa sui freni... basta sporgersi sull'orlo.
& si finisce inebriati a spirale a volute ad abbandono in fondo all'ombelico di gombola.
vera definizione del sublime.
quindi? com'è andata? com'è successo che sei finito lì? ma che giro hai fatto? ma da dove sei venuto su? ma sei venuto su? lo sai che in fondo sono invidiosissimo...
gombola è come una droga.
che è poi come a dire: è come una donna.
lo sai che ti fa male.
l'hai provato, lo sai. & proprio per quello si è ficcata lì, dietro alla nuca, proprio dove nascono i pensieri, in cima al collo, dove se lo tocchi ti dà i brividi. è lì, un grumo, sopito, un calore, una consapevolezza, un prurito, una sfida. un amore, che si può provare a dimenticare, a sradicare, a farsene una ragione, a credere che sia solo passato; & invece proprio per niente.
basta un odore, un riflesso tra l'ombra sull'asfalto delle foglie, il bruciare del sole sulla pelle, il gusto del sale tra gli occhi & le labbra, la stretta delle mani in discesa sui freni... basta sporgersi sull'orlo.
& si finisce inebriati a spirale a volute ad abbandono in fondo all'ombelico di gombola.
vera definizione del sublime.
quindi? com'è andata? com'è successo che sei finito lì? ma che giro hai fatto? ma da dove sei venuto su? ma sei venuto su? lo sai che in fondo sono invidiosissimo...
lunedì 14 maggio 2007
intitolo tutto questo 18. diciottopercento in realtà.
diventare maturi non è mai facile. (pancia a terra, mani strette, forcella che scricchiola ogni volta che spingo su un pedale, giro tiro, la bici si piega dall'altra parte, altro pedale, il carbonio che stride).
un segno di maturità. (è dura, è dritta, è una strada battuta da un sole impietoso. non si guarda, che dalla bici per vedere la sommità bisogna alzare le testa così tanto... mani basse, mani alte, schiena parallela al suolo o perpendicolare. sono dettagli. perché l'unica cosa che importa è non mollare, non quel maledetto zigzag, non quel velenoso ondeggiare sempre ortogonali all'asse della strada. su, dritti come un doloroso rimorso, a cercare una linea brutta ma vicina al bordo strada, brutta piena di bozzi spinte sudore digrignare ripartenze appoggiarsi, ma l'unica possibile per imporsi. perfetta. non quell'ondivago rimpianto. non quel misterioso salmodiare da un bordo all'altro. su dritti. ricurvi come un grumo).
la consapevolezza della maturità (la pendenza è un attimo più dolce, allora mi siedo un momento. alla curva più sopra diventa più facile, ma questa volta per davvero. rimane il crinale & i tornanti, che sono anche per chi è un adolescente. poi stendo il petto al vento, poi sciolgo i capelli al vento, poi scivolo danzo pedalo vento).
ci sarebbe anche da dire del bagno fatto nel mare nell'acqua nei 18°. della strada sfiorata ben oltre ai 35km/h, del profilo infinito del mare che è l'unico punto dove ci si ferma finiti & dubbiosi. felici ma impotenti. fino a quando non ci si tuffa.
acquistata & liquidata la maturità ci si tuffa.
sudati di maturità, sale che è serena comprensione ci si tuffa.
bambini ci si tuffa.
bambini, ci si tuffa!
diventare maturi non è mai facile. (pancia a terra, mani strette, forcella che scricchiola ogni volta che spingo su un pedale, giro tiro, la bici si piega dall'altra parte, altro pedale, il carbonio che stride).
un segno di maturità. (è dura, è dritta, è una strada battuta da un sole impietoso. non si guarda, che dalla bici per vedere la sommità bisogna alzare le testa così tanto... mani basse, mani alte, schiena parallela al suolo o perpendicolare. sono dettagli. perché l'unica cosa che importa è non mollare, non quel maledetto zigzag, non quel velenoso ondeggiare sempre ortogonali all'asse della strada. su, dritti come un doloroso rimorso, a cercare una linea brutta ma vicina al bordo strada, brutta piena di bozzi spinte sudore digrignare ripartenze appoggiarsi, ma l'unica possibile per imporsi. perfetta. non quell'ondivago rimpianto. non quel misterioso salmodiare da un bordo all'altro. su dritti. ricurvi come un grumo).
la consapevolezza della maturità (la pendenza è un attimo più dolce, allora mi siedo un momento. alla curva più sopra diventa più facile, ma questa volta per davvero. rimane il crinale & i tornanti, che sono anche per chi è un adolescente. poi stendo il petto al vento, poi sciolgo i capelli al vento, poi scivolo danzo pedalo vento).
ci sarebbe anche da dire del bagno fatto nel mare nell'acqua nei 18°. della strada sfiorata ben oltre ai 35km/h, del profilo infinito del mare che è l'unico punto dove ci si ferma finiti & dubbiosi. felici ma impotenti. fino a quando non ci si tuffa.
acquistata & liquidata la maturità ci si tuffa.
sudati di maturità, sale che è serena comprensione ci si tuffa.
bambini ci si tuffa.
bambini, ci si tuffa!
venerdì 11 maggio 2007
immaginate di avere davanti tutto un giorno in bici.
eccomi io adesso.
che in fondo è una cosa nuova, anche se è una cosa fatta di tante parti già provate. ma così mai.
tutto un giorno con la bici. (di più in realtà, un giorno & mezzo).
fa un po' impressione essere sull'orlo. che domani, tra poche ore, mi sveglio, colazione, mi preparo, monto in sella & via, bici & treno & bici & colli romagnoli mai fatti anche se già visti, poi notte & piadine, poi bici & mar. poi ritorno.
& se tutto funziona sarà stupendo.
ma anche solo questo immaginare, pregustare, infilarsi nottetempo, tutto questo è bello. è sazietà. quello che viene sarà indelebile. gioia.
eccomi io adesso.
che in fondo è una cosa nuova, anche se è una cosa fatta di tante parti già provate. ma così mai.
tutto un giorno con la bici. (di più in realtà, un giorno & mezzo).
fa un po' impressione essere sull'orlo. che domani, tra poche ore, mi sveglio, colazione, mi preparo, monto in sella & via, bici & treno & bici & colli romagnoli mai fatti anche se già visti, poi notte & piadine, poi bici & mar. poi ritorno.
& se tutto funziona sarà stupendo.
ma anche solo questo immaginare, pregustare, infilarsi nottetempo, tutto questo è bello. è sazietà. quello che viene sarà indelebile. gioia.
giovedì 10 maggio 2007
col vento nascono i ciclisti.
partire per puianello, sotto il sole, sotto l'umidità della pianura padana. puianello da torre, discesa da levizzano: IL giro.
partire per puianello & oltre a tutto questo si capisce già dalla pianura che ci sarà: il vento. tenere la media, perché quella conta; tenere la media, ma col vento il cuore va su, anche se la salita è lieve è falsa è piana.
a torre si svolta a sinistra giusto sotto l'ombra della lucchina. a sinistra sul ponte, un sorso alla borraccia, a destra su per la rampa del cimitero. & allora quello che si era capito lo si inizia a vivere, che le pendenze raddoppiano aggrappati all'indietro nel fluido del vento contro.
(che il vento sia sempre contro è così "senza sapermelo spiegare, ma con assoluta certezza")
& si pedala. & si controlla la velocità. & si controlla il cuore, anche se un po' meno.
sento il fiato. sento il vento. sento battere il cuore. & i pensieri si accatastano: come le sportine di plastica in un angolo per le raffiche. & i pensieri si accantonano. respiro & cuore diventano i pensieri. il vento li pettina. (come il mare con le dita dei piedi).
pedalata dopo pedalata: tutto passa. anche se lo si è già fatto mille volte, bhe passa lo stesso. come questa strada questa salita questi tornanti questi calanchi grigi dal sole.
succede che all'improvviso, proprio quando il vento fischia anche tra i denti serrati per la fatica & le labbra tirate secche, succede che mi rendo conto che da ogni curva, da ogni luce mobile tra l'ombra delle foglie, dappertutto sbucano ciclisti: velocissimi in discesa. quasi quanto colorati.
ciclisti dovunque sempre ma quanti sono c'è da stare attenti tutti insieme quasi da non crederci ma come mai proprio oggi ancora eccone scendono veloci riempono la strada riempono la strada fin dove si sale con lo sguardo. anche io.
d'improvviso scopro il lato bello di questo vento che scioccamente fa nascere ciclisti. & tutto il resto è meno importante. finché quel vento torna a fare l'infame & mi fa nascere dei ciclisti dietro: allora, dai, via, sui pedali, proprio dove la pendenza è più dura, dopo il ripetitore, dopo via spagna, su, dai, poi è fatta, poi se mi prendono nel piano non conta niente. dai: quasi varrebbe la pena chiudere gli occhi.
& lasciare vento respiro cuore. gambe. mani basse. rughe attorno agli occhi per il sole.
è fatta.
discesa. & rialzerò la media.
partire per puianello, sotto il sole, sotto l'umidità della pianura padana. puianello da torre, discesa da levizzano: IL giro.
partire per puianello & oltre a tutto questo si capisce già dalla pianura che ci sarà: il vento. tenere la media, perché quella conta; tenere la media, ma col vento il cuore va su, anche se la salita è lieve è falsa è piana.
a torre si svolta a sinistra giusto sotto l'ombra della lucchina. a sinistra sul ponte, un sorso alla borraccia, a destra su per la rampa del cimitero. & allora quello che si era capito lo si inizia a vivere, che le pendenze raddoppiano aggrappati all'indietro nel fluido del vento contro.
(che il vento sia sempre contro è così "senza sapermelo spiegare, ma con assoluta certezza")
& si pedala. & si controlla la velocità. & si controlla il cuore, anche se un po' meno.
sento il fiato. sento il vento. sento battere il cuore. & i pensieri si accatastano: come le sportine di plastica in un angolo per le raffiche. & i pensieri si accantonano. respiro & cuore diventano i pensieri. il vento li pettina. (come il mare con le dita dei piedi).
pedalata dopo pedalata: tutto passa. anche se lo si è già fatto mille volte, bhe passa lo stesso. come questa strada questa salita questi tornanti questi calanchi grigi dal sole.
succede che all'improvviso, proprio quando il vento fischia anche tra i denti serrati per la fatica & le labbra tirate secche, succede che mi rendo conto che da ogni curva, da ogni luce mobile tra l'ombra delle foglie, dappertutto sbucano ciclisti: velocissimi in discesa. quasi quanto colorati.
ciclisti dovunque sempre ma quanti sono c'è da stare attenti tutti insieme quasi da non crederci ma come mai proprio oggi ancora eccone scendono veloci riempono la strada riempono la strada fin dove si sale con lo sguardo. anche io.
d'improvviso scopro il lato bello di questo vento che scioccamente fa nascere ciclisti. & tutto il resto è meno importante. finché quel vento torna a fare l'infame & mi fa nascere dei ciclisti dietro: allora, dai, via, sui pedali, proprio dove la pendenza è più dura, dopo il ripetitore, dopo via spagna, su, dai, poi è fatta, poi se mi prendono nel piano non conta niente. dai: quasi varrebbe la pena chiudere gli occhi.
& lasciare vento respiro cuore. gambe. mani basse. rughe attorno agli occhi per il sole.
è fatta.
discesa. & rialzerò la media.
martedì 8 maggio 2007
se dio c'è è pelato;
dopo la curva spiana;
alzarsi sui pedali;
da una caduta ci si riprende sempre;
la salita in discesa sembra più dura;
quando arrivi su un ponte dopo si inizia a salire;
tenersi qualcosa sempre per l'ultimo strappo imprevisto ma arrivare a casa comunque stremati;
per rialzarsi bisogna piegare la bici nella direzione in cui si sta cadendo;
se dio c'è sta pedalando su da gombola.
dopo la curva spiana;
alzarsi sui pedali;
da una caduta ci si riprende sempre;
la salita in discesa sembra più dura;
quando arrivi su un ponte dopo si inizia a salire;
tenersi qualcosa sempre per l'ultimo strappo imprevisto ma arrivare a casa comunque stremati;
per rialzarsi bisogna piegare la bici nella direzione in cui si sta cadendo;
se dio c'è sta pedalando su da gombola.
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