lunedì 14 maggio 2007

intitolo tutto questo 18. diciottopercento in realtà.
diventare maturi non è mai facile. (pancia a terra, mani strette, forcella che scricchiola ogni volta che spingo su un pedale, giro tiro, la bici si piega dall'altra parte, altro pedale, il carbonio che stride).
un segno di maturità. (è dura, è dritta, è una strada battuta da un sole impietoso. non si guarda, che dalla bici per vedere la sommità bisogna alzare le testa così tanto... mani basse, mani alte, schiena parallela al suolo o perpendicolare. sono dettagli. perché l'unica cosa che importa è non mollare, non quel maledetto zigzag, non quel velenoso ondeggiare sempre ortogonali all'asse della strada. su, dritti come un doloroso rimorso, a cercare una linea brutta ma vicina al bordo strada, brutta piena di bozzi spinte sudore digrignare ripartenze appoggiarsi, ma l'unica possibile per imporsi. perfetta. non quell'ondivago rimpianto. non quel misterioso salmodiare da un bordo all'altro. su dritti. ricurvi come un grumo).
la consapevolezza della maturità (la pendenza è un attimo più dolce, allora mi siedo un momento. alla curva più sopra diventa più facile, ma questa volta per davvero. rimane il crinale & i tornanti, che sono anche per chi è un adolescente. poi stendo il petto al vento, poi sciolgo i capelli al vento, poi scivolo danzo pedalo vento).
ci sarebbe anche da dire del bagno fatto nel mare nell'acqua nei 18°. della strada sfiorata ben oltre ai 35km/h, del profilo infinito del mare che è l'unico punto dove ci si ferma finiti & dubbiosi. felici ma impotenti. fino a quando non ci si tuffa.
acquistata & liquidata la maturità ci si tuffa.
sudati di maturità, sale che è serena comprensione ci si tuffa.
bambini ci si tuffa.
bambini, ci si tuffa!

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