giovedì 10 maggio 2007

col vento nascono i ciclisti.
partire per puianello, sotto il sole, sotto l'umidità della pianura padana. puianello da torre, discesa da levizzano: IL giro.
partire per puianello & oltre a tutto questo si capisce già dalla pianura che ci sarà: il vento. tenere la media, perché quella conta; tenere la media, ma col vento il cuore va su, anche se la salita è lieve è falsa è piana.
a torre si svolta a sinistra giusto sotto l'ombra della lucchina. a sinistra sul ponte, un sorso alla borraccia, a destra su per la rampa del cimitero. & allora quello che si era capito lo si inizia a vivere, che le pendenze raddoppiano aggrappati all'indietro nel fluido del vento contro.
(che il vento sia sempre contro è così "senza sapermelo spiegare, ma con assoluta certezza")
& si pedala. & si controlla la velocità. & si controlla il cuore, anche se un po' meno.
sento il fiato. sento il vento. sento battere il cuore. & i pensieri si accatastano: come le sportine di plastica in un angolo per le raffiche. & i pensieri si accantonano. respiro & cuore diventano i pensieri. il vento li pettina. (come il mare con le dita dei piedi).
pedalata dopo pedalata: tutto passa. anche se lo si è già fatto mille volte, bhe passa lo stesso. come questa strada questa salita questi tornanti questi calanchi grigi dal sole.
succede che all'improvviso, proprio quando il vento fischia anche tra i denti serrati per la fatica & le labbra tirate secche, succede che mi rendo conto che da ogni curva, da ogni luce mobile tra l'ombra delle foglie, dappertutto sbucano ciclisti: velocissimi in discesa. quasi quanto colorati.
ciclisti dovunque sempre ma quanti sono c'è da stare attenti tutti insieme quasi da non crederci ma come mai proprio oggi ancora eccone scendono veloci riempono la strada riempono la strada fin dove si sale con lo sguardo. anche io.
d'improvviso scopro il lato bello di questo vento che scioccamente fa nascere ciclisti. & tutto il resto è meno importante. finché quel vento torna a fare l'infame & mi fa nascere dei ciclisti dietro: allora, dai, via, sui pedali, proprio dove la pendenza è più dura, dopo il ripetitore, dopo via spagna, su, dai, poi è fatta, poi se mi prendono nel piano non conta niente. dai: quasi varrebbe la pena chiudere gli occhi.
& lasciare vento respiro cuore. gambe. mani basse. rughe attorno agli occhi per il sole.
è fatta.
discesa. & rialzerò la media.

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